Influenza al picco: cresce la variante K, ecco cosa consigliano i medici

Antonello Desole (Fimmg Sassari): "Prima chiamate il medico di base. Ospedale e 118 solo nei casi seri"
Uomo che starnutisce con influenza

In Sardegna è ufficialmente arrivato il picco dell’influenza stagionale, con numeri più alti della media nazionale. A confermarlo è Antonello Desole, segretario provinciale della Fimmg di Sassari, che invita alla prudenza ma anche a non intasare i pronto soccorso.

Il virus più diffuso è l’H3N2, con particolare attenzione alla variante K (J241), responsabile di un aumento significativo dei contagi. Nell’ultima settimana in Italia si sono registrati oltre 817 mila casi, mentre in Sardegna l’incidenza ha raggiunto 23,61 casi ogni mille abitanti, ben sopra la media nazionale.

Sintomi più lunghi e doppio picco di febbre

La variante K si riconosce per una durata leggermente superiore, tra 7 e 9 giorni, e per un doppio picco febbrile: uno all’inizio e uno nella fase finale della malattia. “Non è più pericolosa dell’influenza tradizionale, spiega Desole, ma va seguita con attenzione”.

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La terapia resta quella classica: riposo, paracetamolo per la febbre e antinfiammatori per dolori muscolari e mal di gola. Forte il richiamo contro l’uso improprio degli antibiotici: “Nel 90% dei casi non servono e contribuiscono al problema globale dell’antibiotico-resistenza”.

Vaccini e soggetti più a rischio

La campagna vaccinale in Sardegna è partita in anticipo e utilizza quattro diversi vaccini, calibrati per età e fragilità. La vaccinazione è raccomandata non solo agli over 65, ma anche a pazienti fragili, persone con diabete, malattie cardiache o respiratorie e a chi vive o lavora a stretto contatto con loro.

Quando NON andare al pronto soccorso

Oltre all’influenza, si stanno diffondendo anche virosi gastrointestinali, con diarrea, nausea e febbre lieve. In questi casi, l’accesso al pronto soccorso è sconsigliato.

“Bisogna rivolgersi all’ospedale solo in presenza di segnali gravi come difficoltà respiratoria, saturazione sotto il 90-92% o sospette complicanze cardiopolmonari“, avverte Desole. Il rischio, negli ambienti sanitari affollati, è anche quello di contrarre infezioni ospedaliere potenzialmente più gravi dell’influenza stessa.

Il percorso corretto è contattare il medico curante

La prima mossa deve essere sempre una: contattare il medico curante. Nei festivi o di notte interviene la guardia medica, mentre il 118 va chiamato solo in situazioni realmente critiche.

“Restare a casa ha senso solo se i sintomi sono lievi, conclude Desole. In caso di dubbi, è sempre meglio parlare con un medico”.

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