Seguici sui social
La vicenda giudiziaria che coinvolge un operatore socio-sanitario in servizio presso una casa di cura del Viterbese si avvicina alla conclusione. Il pubblico ministero ha chiesto nove anni di reclusione al termine di una requisitoria lunga e molto dettagliata, contestando all’uomo una serie di condotte a sfondo sessuale ai danni di quattro pazienti ricoverate nel reparto psichiatrico. La sentenza è attesa per marzo, dopo la discussione della difesa.
L’indagine: denunce, testimonianze e valutazioni peritali
L’inchiesta avviata nel settembre 2018, dopo la prima denuncia raccolta dal commissariato di Tarquinia, si è progressivamente ampliata fino a coinvolgere quattro pazienti ricoverate nel reparto psichiatrico della struttura sanitaria viterbese. Tre di loro hanno presentato querela e due si sono costituite parte civile, mentre una quarta è stata ascoltata come persona offesa. Gli episodi contestati, secondo la Procura, si sarebbero verificati in un contesto di particolare vulnerabilità : un ricovero psichiatrico che, per definizione, limita la capacità di autodifesa e richiede massima tutela da parte degli operatori.
Le valutazioni peritali ordinate dal Tribunale hanno riconosciuto la coerenza narrativa delle testimonianze e la loro compatibilità clinica, pur in presenza di disturbi alimentari, depressione o pregresse situazioni familiari problematiche. Elementi che, secondo il pubblico ministero, aumenterebbero la gravità delle presunte condotte dell’operatore socio-sanitario, accusato di aver sfruttato la minorata difesa delle pazienti. Le imputazioni riguardano palpeggiamenti e atti sessuali di diversa natura, che – qualora confermati – configurerebbero violazioni gravissime del rapporto fiduciario e dell’obbligo professionale di protezione verso persone fragili.
PubblicitÃ
La vicenda ha riacceso l’attenzione sul ruolo dell’OSS nei reparti psichiatrici, ambienti assistenziali in cui il contatto continuo con il paziente richiede non solo competenze tecnico-assistenziali ma anche rigorosi standard etici e organizzativi. Il caso pone interrogativi urgenti sulle misure di prevenzione: dalla presenza di sistemi di videosorveglianza alle procedure di supervisione, dalla formazione continua sul trattamento dei pazienti vulnerabili ai canali interni per la segnalazione di eventuali condotte irregolari.
La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Marco Russo, contesta la ricostruzione della Procura e insiste sull’estraneità del proprio assistito ai fatti. La discussione difensiva si terrà nella prossima udienza, mentre la sentenza è attesa per marzo. Un procedimento che non riguarda soltanto l’accertamento delle responsabilità individuali, ma che solleva un tema strutturale: garantire, nelle strutture psichiatriche, un sistema di protezione realmente adeguato ai pazienti più fragili.
📚 Iscriviti gratuitamente al miglior gruppo Telegram OSS in Reparto - Gruppo per Operatori Socio Sanitari
NEWS DEL MOMENTO
Le informazioni fornite su questo sito web sono puramente informative e non sostituiscono in alcun modo il parere o la consulenza di un esperto. Si consiglia sempre di consultare un professionista del settore per eventuali domande specifiche.