Caso San Raffaele, Bertolaso avverte: “Se gli errori si ripetono, revoca dell’accreditamento”

La Regione Lombardia alza il livello di attenzione sulla sanità privata accreditata, mettendo al centro sicurezza, controlli e responsabilità.
ospedale san raffaele di milano

La posizione della Regione Lombardia sul caso del San Raffaele di Milano si fa netta: la tutela dei cittadini viene prima di tutto, anche a costo di misure drastiche come la revoca dell’accreditamento al Servizio sanitario nazionale.

Le dichiarazioni di Guido Bertolaso sul caso San Raffaele

L’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, intervenendo alla trasmissione radiofonica “Check-Up”, ha chiarito che se episodi simili a quelli avvenuti il 5 e 6 dicembre dovessero ripetersi, la Regione è pronta a intervenire con fermezza.

Bertolaso ha dichiarato senza ambiguità: “Se i problemi al San Raffaele si ripetono, sono pronto a ritirare l’accreditamento con il Ssn”, sottolineando come la sicurezza dei pazienti rappresenti una linea invalicabile per l’amministrazione regionale.

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I limiti di intervento della Regione sulle strutture private

Secondo l’assessore, la Regione non può interferire direttamente nelle modalità di reclutamento del personale di una struttura privata accreditata, purché queste siano formalmente regolari. Nel caso specifico, il Ospedale San Raffaele si era avvalso di una cooperativa di cosiddetti “gettonisti”, una pratica consentita per le strutture private.

Tuttavia, Bertolaso ha precisato che la Regione Lombardia ha vietato l’uso dei gettonisti nelle proprie strutture pubbliche e che l’unico ambito di intervento possibile nei confronti del privato riguarda la verifica dei requisiti di accreditamento e della qualità delle prestazioni erogate.

I controlli e le azioni immediate dopo i fatti di dicembre

La Regione, una volta venuta a conoscenza degli episodi contestati, ha agito tempestivamente. “Siamo intervenuti in tempo reale affinché la situazione fosse risolta”, ha spiegato Bertolaso, evidenziando come il sistema di vigilanza regionale sia stato attivato immediatamente.

L’assessore ha ribadito che in presenza di errori che possano mettere a rischio un cittadino, la Regione ha il dovere di valutare, controllare e diffidare la struttura, senza condizionamenti di alcun tipo.

Il tema degli infermieri stranieri e la carenza di personale

Bertolaso ha affrontato anche il tema del reclutamento di personale sanitario straniero, pratica adottata sia nel pubblico sia nel privato. Secondo l’assessore, l’inserimento avviene solo dopo la verifica rigorosa delle competenze professionali e della conoscenza linguistica, motivo per cui nel settore pubblico non si registrano criticità significative.

La carenza di infermieri, ha sottolineato, non è un problema solo lombardo ma nazionale, legato a stipendi considerati inadeguati rispetto all’importanza del ruolo. In assenza di un intervento statale sugli stipendi, il reclutamento dall’estero resta la soluzione più percorribile.

Nessuna pressione dai privati e linea dura sui comportamenti scorretti

Bertolaso ha infine respinto ogni ipotesi di condizionamento da parte dei soggetti privati. “Nessuno può influenzare il mio operato”, ha affermato con decisione.

La conclusione resta chiara: se un infermiere, pur con certificazioni regolari, commette errori gravi e tali comportamenti si ripetono, la Regione interverrà fino alla revoca dell’accreditamento, come estrema misura a tutela dei cittadini lombardi.


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