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Posizione ortopnoica: una tecnica che permette di ridurre la dispnea
Quando una persona fatica a respirare, ogni gesto diventa difficile. In questi momenti, una semplice postura può fare la differenza: la posizione ortopnoica. Questa tecnica, spesso utilizzata in ospedale ma utile anche a casa, permette di ridurre la dispnea (difficoltà respiratoria) e migliorare l’apporto di ossigeno.
È particolarmente importante per chi soffre di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), asma, insufficienza cardiaca o altre patologie respiratorie croniche. Per gli OSS (operatori socio-sanitari) e i caregiver, conoscerla significa avere uno strumento semplice ed efficace per aiutare chi è in difficoltà.
Cos’è la posizione ortopnoica e quando si utilizza
La posizione ortopnoica è una postura semplice ma di grande utilità per chi ha difficoltà a respirare. Consiste nel far sedere la persona con il busto eretto e leggermente inclinato in avanti, spesso appoggiata su un tavolo o su un cuscino, in modo da facilitare il lavoro dei polmoni e del diaframma. Non è un trattamento medico vero e proprio, ma un supporto immediato che può dare sollievo in caso di:
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- dispnea acuta;
- crisi di asma bronchiale;
- episodi di insufficienza respiratoria;
- peggioramento di malattie come BPCO o enfisema polmonare;
- scompenso cardiaco con edema polmonare.
I benefici della posizione ortopnoica
La posizione ortopnoica non è una cura, ma un intervento di supporto che può offrire numerosi vantaggi immediati a chi ha difficoltà respiratorie. I suoi benefici riguardano non solo il corpo, ma anche il benessere psicologico della persona assistita.
Migliora la respirazione
In questa postura, il diaframma lavora con meno ostacoli e i polmoni hanno più spazio per espandersi. Il risultato è un respiro più profondo e meno faticoso, che aumenta l’apporto di ossigeno all’organismo. Per chi soffre di dispnea o crisi asmatiche, questo effetto può fare una differenza immediata.
Riduce lo sforzo fisico
Chi fatica a respirare spesso coinvolge i muscoli del collo e delle spalle per compensare. La posizione ortopnoica permette di scaricare parte di questo lavoro, alleggerendo lo sforzo muscolare e riducendo la sensazione di affaticamento.
Favorisce una migliore ossigenazione
Con una respirazione più efficiente, il sangue riceve un quantitativo maggiore di ossigeno. Ciò contribuisce a ridurre la cianosi (colorazione bluastra della pelle dovuta alla mancanza di ossigeno) e a migliorare il comfort generale del paziente.
Offre sollievo psicologico
La difficoltà a respirare è spesso accompagnata da ansia, paura e senso di soffocamento. Ottenere rapidamente un po’ di sollievo grazie a questa postura rassicura il paziente, favorisce il rilassamento e riduce lo stress emotivo.
Facilita le cure e l’assistenza
Per medici, infermieri e OSS, la posizione ortopnoica rende più semplice eseguire valutazioni cliniche e interventi terapeutici, perché il paziente riesce a collaborare meglio quando respira con meno fatica.
Procedura pratica e consigli per OSS e caregiver
Prendere correttamente la posizione ortopnoica può sembrare un gesto spontaneo, ma in realtà richiede attenzione e piccoli accorgimenti per essere davvero efficace e sicura. Gli operatori socio-sanitari (OSS) e i caregiver svolgono un ruolo fondamentale nell’accompagnare il paziente, assicurandosi che la postura venga mantenuta in modo confortevole e senza rischi. Conoscere i passaggi pratici e le varianti possibili permette di offrire un aiuto concreto, migliorando la qualità della respirazione e il benessere complessivo della persona assistita.
Come posizionare correttamente il paziente
Per aiutare una persona a mettersi in posizione ortopnoica:
- Far sedere il paziente sul bordo del letto o su una sedia;
- Assicurarsi che i piedi poggino bene a terra;
- Fornire un supporto (tavolo, comodino, cuscino) dove appoggiare le braccia;
- Invitare a inclinarsi leggermente in avanti mantenendo la schiena dritta;
- Controllare che la postura sia comoda e che la respirazione migliori;
Accorgimenti per la sicurezza
- Evitare che il paziente resti in posizione scomoda troppo a lungo;
- Usare cuscini morbidi per ridurre la pressione su braccia e spalle;
- Restare vicini in caso di debolezza o rischio di caduta.
Varianti della posizione
Non tutti i pazienti hanno la possibilità di sedersi al tavolo o di spostarsi autonomamente. In questi casi, la posizione ortopnoica può essere adattata alle diverse condizioni cliniche e agli ambienti in cui ci si trova. Anche chi è allettato, infatti, può trarre beneficio da posture che favoriscono la respirazione e riducono la sensazione di affanno.
- In poltrona: molti pazienti cronici trascorrono molto tempo seduti in poltrona. In questo caso, i braccioli diventano un ottimo sostegno per gli avambracci, consentendo di rilassare le spalle e facilitare la respirazione. È una soluzione comoda anche per periodi prolungati;
- A letto: per chi non può alzarsi, esistono varianti efficaci: basta sollevare la testata del letto o utilizzare più cuscini dietro la schiena per mantenere il busto in posizione semi-eretta. In questo modo, anche un paziente allettato può ottenere sollievo dalla dispnea. A volte è utile collocare un cuscino supplementare sulle gambe, su cui appoggiare gli avambracci.
Adattare la posizione ortopnoica alle esigenze del singolo paziente significa garantire sollievo e comfort in ogni contesto, anche quando la mobilità è limitata. Il ruolo di caregiver e OSS è quindi fondamentale per valutare la situazione e scegliere la variante più adatta, sempre con attenzione alla sicurezza e al benessere della persona assistita.
Ruolo dell’OSS e del caregiver
Il compito dell’OSS e del caregiver non si limita ad aiutare il paziente a trovare la postura corretta: è fondamentale anche saper osservare, monitorare e comunicare. La posizione ortopnoica può dare sollievo immediato, ma non sostituisce la valutazione clinica, perciò il supporto di chi assiste è prezioso per garantire sicurezza e continuità delle cure.
L’OSS deve:
- Assistere nella corretta postura: aiutare il paziente a sistemarsi in modo confortevole, evitando posizioni innaturali o dolorose;
- Monitorare respiro, colorito e livello di ansia: controllare che la respirazione diventi più regolare, osservare eventuali segni di cianosi (labbra o unghie bluastre) e valutare lo stato emotivo della persona;
- Riferire immediatamente al personale infermieristico se la dispnea peggiora, se il paziente appare agitato o se compaiono sintomi nuovi come sudorazione intensa, vertigini o senso di svenimento;
- Annotare sempre sul quaderno delle consegne l’intervento effettuato (posizionamento in ortopnoica), le condizioni osservate e le eventuali variazioni delle condizioni cliniche. Questo passaggio è fondamentale per garantire la continuità assistenziale e permettere al personale sanitario di avere un quadro chiaro e aggiornato della situazione.
Anche i caregiver familiari, pur non avendo competenze sanitarie, possono dare un contributo importante, ma è l’OSS a fungere da ponte tra il paziente e l’équipe sanitaria, assicurando che ogni cambiamento venga segnalato tempestivamente.
La posizione ortopnoica è una strategia semplice, non invasiva e immediata per alleviare la dispnea e dare sollievo a chi soffre di problemi respiratori o cardiaci. Non sostituisce le terapie mediche, ma rappresenta un pronto intervento di supporto, utile sia in ospedale che a domicilio.
Sapere come applicarla significa dare respiro e sicurezza a chi vive momenti di forte difficoltà, migliorandone la qualità della vita e riducendo l’ansia legata alla respirazione.
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