Scelte Nutrizionali per la Guarigione: Esploriamo le Diete Ospedaliere

di Redazione

Gli interventi assistenziali volti a promuovere un’ottimale nutrizione per i pazienti ospedalizzati o in altre strutture sanitarie sono spesso erogati in collaborazione con il medico, che prescrive le indicazioni dietetiche, e con il dietista/nutrizionista, che informa i pazienti relativamente alle diete speciali.

L’operatore sociosanitario rafforza tali istruzioni e crea un’atmosfera di incoraggiamento, monitorando l’appetito e il consumo di cibo del paziente, somministrando l’alimentazione enterale e parenterale e consultandosi costantemente con il medico e il dietologo sui problemi nutrizionali.

In questo articolo, esploreremo diverse tipologie di diete ospedaliere e le relative indicazioni.

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Regime alimentare bilanciato

Con regime alimentare bilanciato si intende l’insieme degli alimenti che gli esseri umani assumono per nutrirsi. Tale regime si caratterizza per la qualità e la quantità dei nutrienti. Deve prevedere, nell’arco dell’intera giornata:

  • Colazione: 25%
  • Spuntino: 5%
  • Pranzo: 35%
  • Merenda: 5%
  • Cena: 35%

Le nuove regole per mangiare sano suggeriscono di mangiare un po’ di grassi buoni e cibi integrali come cereali. Dicono anche di evitare i carboidrati raffinati e la carne rossa. Questi consigli provengono da studi effettuati su molte persone per capire cosa sia meglio per la salute.

Seguire questi suggerimenti può aiutare a prevenire problemi al cuore. Fare esercizio spesso e mantenere un peso normale può anche aiutare a ridurre il rischio di avere alcuni tipi di cancro.

Diete speciali

Modifiche della dieta sono spesso necessarie per il trattamento di un processo patologico, come il diabete mellito, la preparazione a esami particolari o a procedure chirurgiche, per incrementare o ridurre il peso corporeo, colmare deficit nutrizionali o facilitare la guarigione di un organo.

Le diete possono variare in termini di composizione, apporto calorico, nutrienti specifici, condimento o consistenza. I regimi alimentari comprendono:

  • Dieta Liquida: Limitata al consumo di acqua, caffè, tè, brodo, succhi di frutta e gelatina, fornisce liquidi e carboidrati, è a breve termine (da 24 a 36 ore), somministrata a pazienti sottoposti a interventi chirurgici o in fase acuta di infezioni.
  • Dieta Semiliquida: Contiene solo liquidi o alimenti che diventano liquidi alla temperatura corporea, come il gelato. Non è raccomandabile a lungo termine perché è povera di ferro, proteine e calorie. Ha un elevato contenuto di colesterolo a causa di grandi quantità di latte. Solitamente somministrata a pazienti con disturbi gastrointestinali.
  • Dieta Morbida: Costituita da alimenti facilmente masticabili, è digeribile ed è spesso prescritta a pazienti con difficoltà di deglutizione e masticazione. È a basso residuo, contenente pochissimi alimenti crudi.

Altre diete che possono ridurre il rischio di gravi patologie includono:

  • Dieta iposodica: una dieta a basso contenuto di sale è quando si mangiano cibi con poca quantità di sodio. Il sale che si aggiunge ai cibi e quello presente in alcuni alimenti, se mangiati in grandi quantità, fanno salire la pressione del sangue. Questo tipo di dieta è particolarmente importante per le persone con problemi al cuore.
  • Dieta ipocalorica: una dieta a basso contenuto calorico è quando si mangiano meno calorie di quante il corpo ne ha bisogno ogni giorno. Questa dieta è consigliata per le persone obese, che sono molto sovrappeso a causa di un accumulo eccessivo di grasso nel corpo.
  • Dieta ipoglucidica: una dieta a basso contenuto di zuccheri e carboidrati è quando si mangiano meno zuccheri e carboidrati. Questa dieta è utile per le persone con diabete mellito, una malattia cronica che comporta un aumento dei livelli di zucchero nel sangue.
  • Dieta ad alto contenuto di fibre: Le fibre alimentari sono tipi di carboidrati che il corpo non può digerire. Anche se non forniscono energia o nutrienti, sono molto importanti per regolare diverse funzioni nel nostro corpo. Le fibre solubili sono particolarmente utili perché aiutano a ridurre e rallentare l’assorbimento di zuccheri e grassi. Questo contribuisce a controllare i livelli di zucchero nel sangue e il colesterolo. Le fibre influenzano anche il funzionamento del tratto gastrointestinale, facilitando il transito intestinale e aiutando a prevenire o correggere problemi come la stitichezza e le malattie intestinali.
  • Dieta per pazienti affetti dal Morbo di Parkinson: È provato da studi e confermato dai pazienti che una dieta con poche proteine a pranzo può migliorare l’efficacia della levodopa. Per le persone con il morbo di Parkinson, specialmente quelle che prendono la levodopa, è importante adottare un piano alimentare su misura. Questo perché i pasti possono interferire con il funzionamento del farmaco. La levodopa è un tipo di aminoacido neutro che richiede un processo attivo e dispendioso in energia per essere assorbito, cioè per passare dall’intestino al sangue e poi al cervello. Qualsiasi cosa che ritardi o inibisca questo processo di assorbimento può rallentare e ridurre l’efficacia del farmaco. Le proteine usano lo stesso sistema attivo di trasporto della levodopa, quindi possono entrare in competizione con essa. Ridurre l’assunzione di proteine nella dieta e prendere il farmaco lontano dai pasti sono misure pratiche per assicurarsi che la terapia farmacologica funzioni al meglio senza compromessi.

In conclusione, le diete ospedaliere sono strumenti fondamentali nella gestione delle condizioni cliniche, promuovendo il recupero e il benessere del paziente. La personalizzazione delle diete a seconda delle esigenze individuali è cruciale per ottenere risultati ottimali. La collaborazione tra medici, dietisti e operatori sociosanitari assicura un approccio completo per un recupero salutare.


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