Quando l’ansia prende il sopravvento: uno sguardo psicodinamico sulla sofferenza silenziosa

di Redazione

L’ansia è una delle esperienze psicologiche più comuni, ma anche tra le più complesse da comprendere. Non si manifesta sempre con crisi evidenti o episodi acuti. Più spesso, si insinua lentamente nel quotidiano, alterando il respiro, la qualità del sonno, la digestione, il tono dell’umore. È una presenza silenziosa che logora, confonde e rende più difficile persino compiere gesti semplici.

In ambito sociosanitario, è frequente incontrare persone che convivono da anni con una forma di ansia cronica. Non sempre sono consapevoli di cosa stanno vivendo: parlano di stress, di agitazione, di un costante senso di allarme o affaticamento. A volte si sono già rivolti a specialisti, altre volte invece si sono abituati a considerare il malessere come una parte inevitabile della propria vita.

Da un punto di vista psicodinamico, l’ansia non è un semplice disturbo, ma un segnale. È la manifestazione visibile di un conflitto profondo, spesso inconscio, tra bisogni diversi, tra spinte interne contrapposte, o tra desideri e divieti. L’ansia può essere la voce del nostro Sé più autentico, che non riesce a trovare uno spazio per esprimersi.

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Spesso, emozioni come la rabbia, la paura o la vergogna vengono represse o censurate perché vissute come pericolose, inaccettabili o non degne di ascolto. Ma ciò che non può essere detto, finisce per essere somatizzato o vissuto sotto forma di disagio generalizzato. L’ansia diventa così un contenitore di tutto ciò che non trova parola.

In questo approfondimento psicodinamico sull’ansia e il panico, descrivo come questi vissuti possano rappresentare molto più di una reazione emotiva e vadano compresi all’interno di un percorso di ascolto, riflessione e cura.

È fondamentale ricordare che l’ansia non è un nemico da eliminare, ma un messaggio da decifrare. Solo attraverso un accompagnamento terapeutico può emergere il senso più profondo del sintomo, restituendo significato a ciò che inizialmente sembrava solo paura o confusione.

Per chi desidera approfondire il tema in modo più ampio, rimando a questa pagina dedicata ai disturbi d’ansia e al loro trattamento psicologico, dove vengono presentate le principali forme dell’ansia e i diversi approcci terapeutici, con uno spazio specifico riservato alla visione psicodinamica.

In una società che spinge costantemente verso la prestazione, il controllo e l’adattamento, l’ansia può rappresentare una ribellione del corpo e della psiche contro modelli rigidi o identità imposte. È una chiamata a ritrovare il contatto con sé, a riconoscere il diritto di sentire e la possibilità di essere accompagnati in un percorso di autenticità.

La psicoterapia può offrire quello spazio di sospensione, accoglienza e rielaborazione che permette all’ansia di trasformarsi da sintomo paralizzante a via di accesso al mondo interno. È proprio lì, in quell’incontro profondo tra terapeuta e paziente, che l’ansia può smettere di essere solo sofferenza per diventare narrazione, senso e possibilità.


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