OSS disabile vince ricorso: annullato il giudizio di inidoneità

di Redazione
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Un’importante sentenza a favore di un’operatrice socio-sanitaria disabile è stata emessa di recente. La vicenda ha avuto inizio quando una donna residente a Sora, in provincia di Frosinone, è stata dichiarata inidonea a una mansione di OSS (Operatore Socio Sanitario) dopo una visita pre-assuntiva presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma. La donna, registrata come invalida civile e aspirante al collocamento obbligatorio ai sensi della Legge 68/99, ha contestato tale decisione attraverso un ricorso legale.

Il documento ufficiale dell’ospedale affermava che, a seguito della visita medica, la donna non fosse idonea a ricoprire il ruolo di infermiere, specificando vari “rischi” associati alla posizione, come quelli biologici e potenziali, e le difficoltà fisiche legate ai trasporti e ai turni notturni. Tuttavia, la decisione ha portato alla revoca della nota di assunzione prevista per il 4 marzo 2024.

Secondo la giurisprudenza della Cassazione, il lavoratore licenziato dopo una dichiarazione di inidoneità può impugnare il licenziamento, e il giudice del lavoro ha il compito di verificare la correttezza del giudizio, con la possibilità di disporre consulenze tecniche. È stato inoltre evidenziato che licenziare un lavoratore subito dopo l’accertamento di inidoneità, senza attendere il termine per la contestazione, non è conforme ai principi di buona fede e correttezza.

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In questo contesto, è stata ritenuta illegittima la comunicazione del giudizio di inidoneità, emessa prima del termine di 30 giorni previsto per presentare ricorso. Inoltre, nella nota non era prevista la possibilità di assegnare la lavoratrice a mansioni equivalenti o inferiori con il corrispondente trattamento economico.

A tutela della salute e del posto di lavoro del lavoratore disabile, il legale ha richiesto ulteriori accertamenti sanitari e la revoca del giudizio di inidoneità. Accogliendo il ricorso, la commissione medica dell’Asp Roma 1 del Santo Spirito ha annullato il precedente verdetto, riconoscendo la donna idonea per la mansione di OSS e confermando una significativa discriminazione ai suoi danni.


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