Limiti professionali: cosa l’operatore socio sanitario può (e non) fare

di Redazione

L’Operatore Socio-Sanitario (OSS) è una figura fondamentale nel sistema sanitario e assistenziale, ma non tutti sanno quali siano i suoi limiti professionali. In molte strutture sanitarie, dalla RSA agli ospedali, l’OSS svolge compiti essenziali per il benessere dei pazienti, ma non ha competenze in tutte le aree.

Conoscere cosa non compete all’OSS è importante sia per i professionisti del settore che per i familiari degli assistiti, affinché possano avere aspettative realistiche riguardo ai servizi ricevuti. In questo articolo esploreremo in dettaglio quali sono i compiti che non spettano a questa figura, per fare chiarezza su un ruolo che, pur essendo fondamentale, ha delle precise delimitazioni legali e operative.

Cosa può (e non può) fare davvero un OSS

Nella frenesia delle corsie ospedaliere e nei turni incessanti delle piccole cooperative, accade sempre più spesso di assistere a una confusione pericolosa: Operatori Socio Sanitari coinvolti in procedure che esulano dalle loro competenze, a volte per necessità, altre per mancanza di chiarezza formativa o organizzativa.

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Troppi OSS si trovano a svolgere mansioni da infermiere, mettendo a rischio sé stessi e la salute del paziente, senza magari nemmeno rendersene conto. Il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è appare sottile, ma in realtà è netto e ben definito.

Questo articolo non nasce per giudicare o discriminare, ma per il contrario: è una voce a difesa della figura dell’OSS, pensata per chi studia o lavora già in questo settore. Un invito a informarsi, a chiedere, a dire “no” quando serve, perché conoscere i propri limiti è la prima forma di tutela professionale e personale.

Per questo, abbiamo raccolto in modo chiaro e sintetico tutto ciò che non rientra nelle competenze dell’OSS, sulla base delle normative e della prassi operativa, per aiutarti a lavorare con consapevolezza e sicurezza

L’OSS e i farmaci

Una delle confusioni più comuni riguarda la somministrazione di farmaci. Gli OSS non sono autorizzati a somministrare farmaci ai pazienti, né a modificare le dosi prescritte dai medici. Sebbene possano aiutare i pazienti a prendere le medicine, devono semplicemente verificare che siano state assunte correttamente, senza intervenire direttamente sul trattamento.

Durante la mia esperienza professionale, mi è capitato, purtroppo, di conoscere colleghi che lavoravano in RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) gestite da cooperative. In questi contesti, alcuni di loro hanno raccontato che, già dalla seconda settimana di assunzione, veniva chiesto loro di somministrare farmaci o psicofarmaci ai pazienti.

Purtroppo, molti operatori si trovano in una condizione di forte pressione: non possono rifiutarsi di somministrare i medicinali, anche se non ne hanno titolo o adeguata preparazione, per paura di perdere il posto di lavoro.

Queste pratiche scorrette sono diffuse in molte realtà del settore ed è fondamentale sottolineare che si tratta di situazioni inaccettabili, che mettono a rischio sia la sicurezza dei pazienti sia la dignità dei lavoratori.

Cure infermieristiche avanzate

Le cure infermieristiche, come le medicazioni complesse, la gestione di cateteri o la somministrazione di iniezioni, sono riservate esclusivamente agli infermieri. Tuttavia, anche l’Operatore Socio Sanitario (OSS) ha un ruolo importante nell’ambito dell’assistenza ai pazienti, e può svolgere alcuni compiti specifici legati alle medicazioni, purché siano semplici e previste da protocolli interni.

Secondo quanto stabilito dall’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001, che definisce il profilo professionale dell’OSS:

“L’OSS coadiuva l’infermiere o l’operatore sanitario, secondo le modalità definite dalla normativa vigente e dai protocolli operativi aziendali. […] Effettua, su indicazione del personale preposto, semplici medicazioni o rilevazione dei parametri vitali.”

Cosa può fare l’OSS in ambito di medicazioni

L’OSS può effettuare medicazioni semplici, su indicazione dell’infermiere e secondo i protocolli aziendali, come:

  • Pulizia e copertura di piccole abrasioni, escoriazioni o tagli superficiali;
  • Sostituzione di cerotti su ferite chiuse e non infette;
  • Controllo e cambio di medicazioni asciutte su ferite lievi o in fase di guarigione;
  • Pulizia e igiene della cute intorno a ferite già trattate dall’infermiere;
  • Osservazione e segnalazione di eventuali segni di infezione o complicazioni al personale infermieristico.

In tutte queste attività, l’OSS lavora in sinergia con l’infermiere, mantenendo sempre la sua funzione di supporto.

Cosa NON può fare l’OSS

L’OSS non può in alcun modo eseguire:

  • Medicazioni complesse, come quelle su ferite chirurgiche, lesioni profonde, ulcere infette o piaghe da decubito avanzate;
  • Gestione e medicazione di cateteri venosi, vescicali o drenaggi;
  • Somministrazione di farmaci tramite ferita o iniezione;
  • Valutazione clinica dell’andamento della ferita (spetta esclusivamente all’infermiere o al medico).

L’OSS svolge quindi un ruolo importante e delicato anche nell’ambito delle medicazioni, ma sempre nei limiti stabiliti dalla normativa vigente e dai protocolli interni delle strutture. È fondamentale che ogni intervento venga effettuato su indicazione dell’infermiere, nel rispetto della sicurezza del paziente e della responsabilità professionale.

L’OSS e gli interventi chirurgici

Le operazioni chirurgiche, che comprendono interventi invasivi e il trattamento di ferite profonde, sono esclusiva competenza di medici chirurghi e infermieri specializzati. L’Operatore Socio Sanitario (OSS) non può partecipare all’intervento chirurgico vero e proprio, né eseguire procedure cliniche, ma può essere presente come figura di supporto nelle attività assistenziali complementari.

Cosa può fare l’OSS in ambito chirurgico

L’OSS può:

  • Preparare il paziente all’intervento: aiutandolo con l’igiene pre-operatoria, la vestizione con camice sterile, la rimozione di protesi e oggetti personali;
  • Accompagnare il paziente in sala operatoria o in ambulatorio chirurgico, in collaborazione con il personale sanitario;
  • Supportare emotivamente il paziente prima e dopo l’intervento, ascoltando, rassicurando e favorendo il comfort;
  • Collaborare nel post-operatorio con le cure igieniche, nella mobilizzazione e nella somministrazione dei pasti, sempre su indicazione del personale sanitario;
  • Controllare e riferire eventuali segnali di dolore, disagio o complicazioni all’infermiere.

Cosa NON può fare l’OSS

L’OSS non può:

  • Assistere direttamente il chirurgo durante l’intervento (es. passare strumenti, aspirare liquidi, suturare, ecc.);
  • Entrare in campo sterile;
  • Eseguire o partecipare a medicazioni chirurgiche complesse;
  • Valutare lo stato della ferita o l’evoluzione clinica post-operatoria;
  • Somministrare farmaci o anestetici.

Secondo l’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001, il profilo dell’OSS prevede che possa:

“…collaborare, su indicazione del personale preposto, alla realizzazione di interventi assistenziali anche in ambito ospedaliero, inclusi i servizi di supporto in aree ad alta complessità come le sale operatorie, secondo protocolli e procedure aziendali.”

L‘OSS può lavorare in sala operatoria, ma non ha funzioni sanitarie dirette sull’atto chirurgico. Il suo compito è quello di supportare il paziente e l’equipe sanitaria, contribuendo al buon funzionamento del contesto operatorio con professionalità, discrezione e rispetto dei limiti normativi.

L’OSS ha quindi un ruolo importante di supporto organizzativo, relazionale e assistenziale, ma non clinico o chirurgico, che resta di stretta competenza infermieristica e medica. Ogni sua attività è svolta nel rispetto dei protocolli aziendali e sempre in collaborazione con il team sanitario.

Assistenza in endoscopie o altre tecniche invasive

Alcuni trattamenti medici, come le endoscopie o altre tecniche invasive, richiedono l’intervento di personale medico qualificato. Gli OSS non sono autorizzati a partecipare a queste pratiche se non come supporto logistico, ad esempio, preparando l’ambiente o aiutando il paziente a raggiungere la sala.

Per fare chiarezza, ecco un elenco essenziale e pratico di attività che non rientrano nelle mansioni dell’OSS:

L’OSS NON può:

  • Somministrare farmaci, per via orale o iniettiva;
  • Effettuare iniezioni, prelievi o infusioni;
  • Eseguire medicazioni complesse (ferite chirurgiche, piaghe gravi, ulcere);
  • Valutare ferite o condizioni cliniche del paziente;
  • Gestire cateteri, sondini nasogastrici o stomie;
  • Manipolare dispositivi medici complessi (ventilatori, pompe infusionali, drenaggi);
  • Redigere diagnosi o piani di assistenza infermieristica;
  • Accedere al campo sterile in sala operatoria;
  • Assistere il chirurgo durante l’intervento (es. passare strumenti, aspirare, suturare);
  • Prendere decisioni sanitarie o modificare le indicazioni date dal personale sanitario.

Competenze OSS: flebo e cateteri

Come Operatori Socio-Sanitari (OSS), è fondamentale comprendere i limiti professionali che definiscono ciò che possiamo e non possiamo fare in ambito sanitario. In questo approfondimento, esamineremo le competenze dell’OSS relative alla gestione della flebo e dei cateteri, temi cruciali per l’assistenza quotidiana ai pazienti.

Gestione della flebo: cosa può fare l’OSS

L’OSS gioca un ruolo importante nell’assistenza quotidiana dei pazienti, ma ha dei limiti ben definiti quando si tratta della gestione della flebo e degli accessi venosi. La somministrazione di fluidi intravenosi è una competenza che spetta esclusivamente al personale infermieristico e medico.

L’OSS non ha il compito di cambiare o gestire le flebo. Non può inserire, modificare o rimuovere aghi o dispositivi endovenosi. Tuttavia, l’OSS è responsabile della segnalazione tempestiva di qualsiasi anomalia che possa verificarsi, come:

  • Dolore o fastidio del paziente;
  • Gonfiore o arrossamento attorno al sito di infusione;
  • Sanguinamento

In questi casi, l’OSS deve informare immediatamente l’infermiere responsabile, che prenderà in carico la situazione.

Perché è importante? Questo limite professionale è fondamentale per garantire che procedure delicate e invasive vengano svolte solo da personale qualificato, riducendo i rischi di errori e complicazioni per i pazienti.

Gestione della sacca del catetere vescicale: cosa può fare l’OSS

Nella gestione dei cateteri vescicali, l’OSS ha compiti ben definiti. Sebbene non possa intervenire direttamente sul catetere, ha una funzione importante nel supportare la cura del paziente.

L’OSS può svuotare la sacca del catetere e sostituirla, ma solo se si tratta di un sistema semplice, che non richiede interventi sul catetere stesso. Questo significa che l’OSS può occuparsi della gestione della sacca come parte delle attività quotidiane di assistenza, sempre seguendo le linee guida igieniche per prevenire infezioni.

L’OSS non può rimuovere o cambiare il catetere. Questo tipo di intervento è riservato al personale infermieristico, che ha le competenze necessarie per gestire correttamente il catetere e prevenire complicazioni.

Perché è importante? Il rispetto delle procedure igieniche è cruciale nella gestione del catetere vescicale, per evitare infezioni che potrebbero compromettere la salute del paziente. L’OSS, quindi, deve sempre rispettare le tecniche igieniche durante le operazioni di svuotamento e sostituzione della sacca, e segnalare eventuali anomalie (come irritazioni o difficoltà nel drenaggio) all’infermiere.

Conoscere cosa non si può fare è il primo passo per essere OSS preparati, affidabili e rispettosi delle regole. Una formazione consapevole è la base per un’assistenza di qualità.

Per concludere, conoscere i limiti delle competenze dell’OSS è fondamentale per comprendere appieno il ruolo che questa figura riveste nel sistema sanitario. Sebbene l’OSS sia una risorsa preziosa per il benessere del paziente, le sue funzioni sono circoscritte a compiti di supporto e assistenza diretta.

La corretta divisione delle responsabilità tra i vari professionisti del settore è essenziale per garantire un’assistenza di qualità e sicura per tutti. Pertanto, è importante che i pazienti, le loro famiglie e i professionisti stessi abbiano ben chiaro cosa può e cosa non può fare un OSS. Solo con una comprensione accurata delle competenze di ciascuno si può costruire un ambiente di lavoro efficiente e privo di malintesi.


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