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Un operatore socio-sanitario di 38 anni è stato denunciato dalla Polizia di Stato con l’accusa di aver sottratto monili in oro a pazienti anziane ricoverate all’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi. La vicenda, emersa dopo alcune segnalazioni di oggetti scomparsi nelle stanze di degenza, ha portato a un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona.
Le denunce e l’avvio dell’indagine
Tutto è iniziato nel settembre scorso, quando due familiari hanno presentato querela per la sparizione di gioielli appartenenti a donne anziane ricoverate nel reparto. La coincidenza degli episodi, avvenuti in un arco temporale ristretto, ha spinto gli investigatori ad avviare verifiche mirate.
Secondo quanto ricostruito, gli agenti hanno raccolto testimonianze del personale, analizzato documenti interni e controllato diversi negozi di compravendita oro della zona per tracciare eventuali movimenti sospetti. Da questi riscontri sarebbe emerso il coinvolgimento dell’OSS 38enne, già impegnato nello stesso reparto delle vittime.
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Nei giorni scorsi, la Polizia ha eseguito perquisizioni personali e domiciliari nei confronti dell’indagato, oltre che sul suo veicolo e nel luogo di lavoro, in esecuzione di un decreto della Procura. L’attività ha portato al rinvenimento di parte dei gioielli scomparsi, successivamente riconsegnati a due delle pazienti derubate.
Non tutto il materiale è però stato recuperato: gli investigatori stanno ora cercando di rintracciare ulteriori oggetti preziosi e di verificare se vi siano altri episodi collegati.
Denuncia e misure richieste
L’uomo è stato accompagnato al commissariato di Jesi, fotosegnalato e denunciato all’autorità giudiziaria per furto aggravato. La Procura ha inoltre richiesto l’applicazione di misure cautelari personali e interdittive, considerate le modalità dei fatti e il ruolo ricoperto dall’operatore all’interno della struttura sanitaria.
Le verifiche proseguiranno nei prossimi giorni, sia per completare il quadro probatorio sia per individuare eventuali altri responsabili o complici. La direzione sanitaria dell’ospedale – secondo quanto trapelato – avrebbe già avviato una revisione interna delle procedure di sicurezza per prevenire nuovi episodi.
Un caso che scuote il comparto socio-sanitario, dove il rapporto di fiducia tra operatori e pazienti fragili rappresenta un elemento fondamentale del percorso di cura.
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