Seguici sui social
Il 2025 segna un aumento senza precedenti dei casi di chikungunya in Europa e in particolare in Italia. Secondo i dati aggiornati al 10 settembre, la malattia trasmessa dalla zanzara Aedes ha registrato oltre 300 casi di trasmissione locale solo in Francia e 146 confermati in Italia dall’inizio dell’anno. In Veneto, nei primi nove mesi del 2025, sono stati documentati più di 200 casi, con una diffusione che coinvolge anche le regioni del nord come Emilia-Romagna e Veneto.
Il virus, storicamente confinato nelle regioni tropicali, si sta espandendo rapidamente anche nelle aree temperate, complici i cambiamenti climatici e la mobilità internazionale. La zona del Mediterraneo si conferma un focolaio attivo, con oltre 100 paesi colpiti globalmente e 5,6 miliardi di persone a rischio secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
I sintomi, che includono febbre alta, eruzioni cutanee e dolori articolari severi, possono lasciare sequele a lungo termine, soprattutto negli anziani e nei soggetti con fragilità. Attualmente, non esistono terapie antivirali specifiche: la cura è sintomatica e la prevenzione si basa sul controllo delle zanzare e sulla vaccinazione, con due vaccini approvati ma ancora poco disponibili su scala globale.
Pubblicità
In Italia e in Europa, le autorità sanitarie monitorano la situazione con attenzione, invitando a mantenere alta la soglia di allerta durante la stagione autunnale, quando le zanzare vettori restano attive. L’ECDC parla di una “nuova normalità” per le malattie vettore-trasmesse, sottolineando la necessità di investimenti in sorveglianza e ricerca.
📚 Iscriviti gratuitamente al miglior gruppo Telegram OSS in Reparto - Gruppo per Operatori Socio Sanitari
Le informazioni fornite su questo sito web sono puramente informative e non sostituiscono in alcun modo il parere o la consulenza di un esperto. Si consiglia sempre di consultare un professionista del settore per eventuali domande specifiche.