Professioni sanitarie, meno domande nonostante più posti: infermieristica in sofferenza

di Claudia

Più posti disponibili ma meno aspiranti candidati. È la fotografia che emerge dopo i test di ammissione ai corsi di laurea nelle professioni sanitarie, svolti lunedì 8 settembre in 41 atenei statali. Secondo i dati raccolti dal professor Angelo Mastrillo, docente dell’Università di Bologna, le domande presentate sono state poco meno di 58 mila, a fronte di 36.943 posti a disposizione. Rispetto al 2024 si registra un calo contenuto (-1,5%), pari a 875 richieste in meno, ma la flessione conferma un trend di lungo periodo.

Il rapporto tra domande e posti scende a 1,7 (era 1,8 lo scorso anno), segnale di un progressivo allentamento della pressione sui test. A crescere, invece, è l’offerta formativa, con un incremento del 3,8% dei posti messi a bando.

Le preferenze degli studenti e le differenze territoriali

Restano forti le attrattive per alcuni percorsi specifici: Fisioterapia guida la classifica con un rapporto di 6,5 candidati per posto (+9,7% di domande), seguita da Logopedia (+21%) e da Dietistica, Tecnico di Radiologia e Igienista dentale, tutti sopra la media nazionale. Bene anche Ostetricia, che pur in calo mantiene un rapporto di 3,4.

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In netta difficoltà, invece, i corsi più legati al cuore del Servizio sanitario nazionale. Infermieristica registra un crollo dell’11% (da 19.421 a 17.215 domande), con un rapporto domande/posti sotto l’unità (0,9). Male anche Assistente sanitario (-9,5%, D/P 0,4) e figure come tecnico ortopedico e audioprotesista, entrambe sotto lo 0,5.

Non mancano le eccezioni. Sette regioni vanno in controtendenza, con aumenti significativi: spiccano Molise (+34%), Calabria (+8,6%), Sardegna (+7,2%, D/P 3,2, uno dei più alti) e Campania (+5,4%). In calo, invece, territori come Toscana (-8,4%), Liguria (-9%) ed Emilia-Romagna (-3,4%).

Il progressivo disinteresse verso Infermieristica e altre professioni centrali rischia di aggravare una carenza di personale che già oggi rappresenta una delle emergenze del sistema sanitario. Parte dei posti vacanti potrà essere coperta tramite le seconde e terze scelte dei candidati e dagli esclusi dai corsi di Medicina e Odontoiatria, ma il problema resta strutturale.

I dati completi verranno illustrati il 12 settembre alla Conferenza nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie. Ma il segnale è chiaro: senza un rafforzamento del riconoscimento economico e sociale di queste professioni, il ricambio generazionale rischia di non essere garantito, con ricadute dirette sulla tenuta della sanità pubblica e privata del Paese.


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