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Lamezia, medico e infermiere aggrediti in Pronto soccorso

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Nuovo episodio di violenza ai danni del personale sanitario al Pronto Soccorso dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme. Nella serata di ieri, un uomo in stato di alterazione avrebbe aggredito un medico e un’infermiera, scatenando il panico tra pazienti e operatori. L’intervento dei Carabinieri, già presenti nella struttura, ha evitato conseguenze più gravi.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, agitato e aggressivo, avrebbe iniziato a urlare minacce prima di assalire fisicamente i sanitari. Alcuni testimoni parlano di spintoni e percosse, mentre il personale ha cercato di calmare la situazione. Europol, il servizio di vigilanza interno, e le Forze dell’Ordine sono intervenuti per bloccare l’aggressore, ora identificato e denunciato.

Le reazioni: sindacati e politica uniti nel condannare l’accaduto

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza negli ospedali, con sindacati e rappresentanti istituzionali che chiedono interventi immediati.

Per fronteggiare l’allarmante aumento delle violenze nei Pronto Soccorso, si propone l’istituzione di un presidio fisso delle Forze dell’Ordine. Una presenza continua delle forze di polizia all’interno delle strutture ospedaliere avrebbe una funzione sia deterrente sia operativa, consentendo interventi tempestivi in caso di episodi critici.

Altrettanto urgente è il potenziamento degli organici sanitari. L’incremento di medici, infermieri e personale di supporto permetterebbe di ridurre i tempi d’attesa, uno dei principali fattori scatenanti di nervosismo e tensioni tra i pazienti e i loro familiari.

Una delle proposte sul tavolo riguarda anche la formazione specifica del personale. Corsi anti-aggressione e tecniche di de-escalation dovrebbero diventare parte integrante della preparazione degli operatori sanitari, offrendo strumenti pratici per affrontare situazioni potenzialmente pericolose.

Parallelamente si punta sulla tecnologia, attraverso un sistema di videosorveglianza attiva collegato direttamente con le autorità competenti. L’obiettivo è garantire un allarme immediato e interventi rapidi in caso di aggressioni.

Infine, si sottolinea la necessità di migliorare la logistica e gli spazi interni dei Pronto Soccorso. Strutture più ampie e meglio organizzate permetterebbero di evitare situazioni di sovraffollamento, che spesso innescano stress e comportamenti aggressivi.

Il caso di Lamezia Terme non è isolato. In tutta Italia si registra una crescita preoccupante degli episodi di violenza contro il personale sanitario. Secondo i dati più recenti della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), nel 2024 sono stati denunciati oltre 1.200 casi di aggressioni, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente.

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