Epilessia: cosa deve sapere e fare un OSS durante una crisi

di Redazione

L’epilessia è una condizione neurologica ancora poco compresa, nonostante sia molto più diffusa di quanto si creda. Sapere come comportarsi durante una crisi può davvero fare la differenza tra un intervento sicuro e una reazione istintiva ma pericolosa.
Per un Operatore Socio-Sanitario (OSS), la conoscenza delle manovre corrette e la consapevolezza dei propri limiti professionali sono fondamentali per garantire sicurezza, rispetto e assistenza efficace alla persona assistita.

Cos’è l’epilessia

L’epilessia non è una singola malattia, ma un insieme di disturbi caratterizzati dalla comparsa di crisi epilettiche ricorrenti.
Durante una crisi, nel cervello avviene una “scarica elettrica” improvvisa che può alterare per qualche secondo o minuto il comportamento, i movimenti o la coscienza della persona.

Le crisi non sono tutte uguali: alcune causano brevi assenze o sguardi fissi, altre provocano irrigidimento, scosse muscolari o perdita di conoscenza.

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Ricordo la prima volta che ne vidi una, era una paziente adolescente in un centro di riabilitazione, stava giocando con le costruzioni e all’improvviso sentì un grido seguito da irrigidimento e scosse muscolari.

Le cause dell’epilessia

Le cause possono essere molto diverse: genetiche, conseguenti a traumi cranici, ictus, malformazioni o infezioni cerebrali.
In molti casi però la causa resta sconosciuta, e non per questo la persona è meno “gestibile”: anzi, con la giusta terapia e una buona educazione sanitaria, può condurre una vita del tutto normale.

Cosa può fare l’OSS

Per noi operatori socio-sanitari, conoscere l’epilessia è importante per prevenire incidenti e ridurre lo stigma.
Ecco alcune buone pratiche:

  • Mantenere la calma durante una crisi;
  • Proteggere la persona da urti: mettere qualcosa di morbido sotto la testa e allontanare oggetti pericolosi;
  • Non inserire nulla in bocca, né cercare di bloccare i movimenti;
  • Controllare la durata della crisi e avvisare il personale sanitario se supera i 5 minuti o se le crisi si ripetono;
  • Offrire supporto dopo la crisi: spesso la persona è confusa o stanca, serve solo tranquillità e presenza;
  • Dopo la crisiposizionare la persona in posizione di sicurezza e rimanere accanto finché non si riprende completamente.

Se non sapete le manovre di sicurezza o come gestire una crisi epilettica, è sempre meglio chiamare aiuto.
Ricordo di aver assistito a una scena scorretta: una persona mise le dita in bocca alla paziente con l’intento di “non farla soffocare”. Purtroppo la paziente, serrando la bocca involontariamente, gli procurò una ferita.
Queste situazioni non devono accadere: un OSS deve essere consapevole di ciò che può o non può fare, agendo con calma, conoscenza e responsabilità.

Un tema da portare alla luce

Parlare di epilessia serve anche a combattere i pregiudizi.
Molte persone con epilessia lavorano, studiano, guidano e fanno sport, ma spesso si scontrano con la paura degli altri.
Conoscere questa condizione significa promuovere inclusione e rispetto — due valori fondamentali anche nel lavoro socio-sanitario.


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