Negli ultimi giorni una frase ha acceso discussioni e paure online: “Il 3 novembre scoppierà la Terza Guerra Mondiale”. Parole attribuite a Richard Shirreff, ex generale della Nato, che in realtà non ha mai fatto una previsione letterale, ma ha descritto un “esercizio mentale” per mostrare i rischi legati alle tensioni internazionali.
Un suo articolo sul Daily Mail immaginava uno scenario ipotetico in cui un cyberattacco in Lituania potrebbe innescare una catena di eventi tale da portare a un conflitto globale. Un racconto dettagliato, ora dopo ora, che però è stato preso come una “profezia” e trasformato in complotto sui social, tra video virali e post allarmistici.
Teorie del complotto e allarmismo online
Molti utenti hanno collegato lo scritto dell’ex generale a notizie decontestualizzate, come l’invito della BCE a tenere contanti in casa per eventuali “turbolenze sistemiche”. Il risultato? Una miscela di fake news e mezze verità che ha alimentato paure ingiustificate.
Il rischio di blackout, l’uso dei droni, i conflitti in Ucraina e Medio Oriente: tutto viene unito in un’unica narrazione che promette la fine del mondo. Ma, come sempre, il contesto fa la differenza: la BCE non ha mai parlato di guerra mondiale, Shirreff non ha lanciato profezie, e non c’è alcun “conto alla rovescia” verso l’apocalisse.
Perché interessa anche noi OSS?
Per chi lavora nella sanità e nell’assistenza, notizie come queste hanno un effetto immediato: creano ansia tra gli operatori e tra i pazienti. In corsia e nelle strutture socio-sanitarie capita di sentire frasi come “tanto scoppia la guerra”, spesso dette da persone fragili, anziane o spaventate.
Come OSS dobbiamo imparare a gestire l’emotività, rassicurando con calma e spiegando che non sempre ciò che circola sul web è reale. La paura si diffonde veloce, ma il nostro compito è dare sicurezza e stabilità, anche nei momenti in cui la confusione informativa rischia di far perdere lucidità.
La verità dietro le parole del generale
Il messaggio autentico di Shirreff è in realtà una critica politica e militare: secondo lui, l’Occidente ha investito troppo nel welfare e troppo poco nella difesa, esponendosi a rischi. Ma si tratta di un parere personale, non di una previsione certa.
Scrive infatti: “Siamo sull’orlo di un conflitto catastrofico tra superpotenze su due fronti”. Una riflessione dura, che sottolinea un rischio geopolitico, ma che nulla ha a che fare con un appuntamento già scritto sul calendario.