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Veneto, crollo iscrizioni a Infermieristica: rischio -9mila infermieri entro il 2029

Tesina oss errori da evitare

Tesina oss errori da evitare

Non solo carenza di medici, ora a preoccupare è soprattutto la fuga dagli studi di Infermieristica. In Veneto i numeri delle immatricolazioni sono in netto calo e la tendenza rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale.

Secondo il sindacato Nursind, senza l’ingresso di almeno mille nuovi infermieri l’anno, entro il 2029 la regione potrebbe ritrovarsi con un saldo negativo di oltre 9mila unità, costringendo alla chiusura di interi ospedali “spoke”.

I numeri del crollo

All’Università di Padova si registrano 744 iscritti contro i 900 dello scorso anno, a fronte di 1.150 posti disponibili. Peggio a Verona, con 503 iscritti su 830 ingressi (974 considerando anche Bolzano), e appena 195 immatricolati nella sede centrale, contro i 289 dell’anno precedente. A Vicenza, 73 studenti a fronte di 120 posti. Unica eccezione Trento, con 182 iscritti, in crescita rispetto ai 140 del 2024.

Ma il problema è nazionale: a fronte di 20.699 posti disponibili per il 2025/26, le domande di iscrizione si sono fermate a 19.298. E solo il 70% degli studenti arriva alla laurea.

L’allarme dei medici

“Se il trend resta questo, in tre anni rischiamo davvero di chiudere qualche ospedale”, avverte Angelo Paolo Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina di Padova.

Il nodo, secondo i docenti, è anche la nuova modalità di accesso a Medicina, che avrebbe attratto candidati altrimenti destinati a Infermieristica. “La nostra professione è ormai una missione – sottolinea Andrea Gregori, segretario regionale Nursind – ma di missionari ce ne sono pochi. Con stipendi medi di 1.650 euro al mese, turni massacranti e responsabilità penali, il rischio è che sempre più giovani scelgano altre strade”.

La fuga, denunciano sindacati e medici, non riguarda solo le iscrizioni: già oggi oltre il 50% degli infermieri lascia il pubblico per il privato, attratti da retribuzioni più alte. Chi resta affronta condizioni difficili: turni notturni e festivi, aggressioni sempre più frequenti e stipendi giudicati non adeguati.

“Una catastrofe”, la definisce Dei Tos. “L’unica mossa possibile è alzare gli stipendi e ridare dignità alla professione. Senza, non ci sarà ricambio generazionale”.

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